Diminuisce anche numero addetti in città capoluogo regione -8.400 dipendentiRoma, 6 febbraio – Buste paga sempre più leggere per i ‘comunali’. Maestre, polizia locale, amministrativi e altro ancora hanno registrato un calo del salario tra il 2010 e il 2014 di circa il 2,5%, per una cifra in meno nelle tasche pari a -740 euro. È quanto risulta da un’analisi condotta dalla Fp Cgil Nazionale sui dati del Conto annuale dello Stato tra le città capoluogo di regione. Un rapporto che, oltre ad analizzare la parte salario, accende un faro sull’andamento dell’occupazione, crollata anche questa negli ultimi cinque anni, sempre per i dipendenti dei comuni presi in esame, del -8,5%, ovvero circa 8.400 in meno.
Dai dati del Conto annuale della Ragioneria generale dello Stato, la Fp Cgil Nazionale ha estratto i numeri, sul salario e sull’occupazione, dei dipendenti impiegati in 17 comuni capoluogo di regione. Ne esce fuori un quadro dominato dal segno meno, sia sulle voci che compongono la busta paga, sia sull’andamento dell’occupazione. Voci che, se viste in parallelo, fanno emergere uno scarto con quanto prevedeva il decreto legge 78 del 2010 targato Tremonti, e ciò la proporzionalità tra riduzione del salario accessorio (che ha segnato una flessione complessiva del -15,69%) e la riduzione del numero degli addetti (calata del -8,52%) che in questi anni non si è registrata.
Per il segretario nazionale della Fp Cgil, Federico Bozzanca, “l’incongruenza tra questi dati è il frutto di scelte precise delle amministrazioni comunali che hanno risparmiato sulla spesa di personale, così come della vera e propria entrata a gamba tesa delle ispezioni del Mef che hanno violato l’autonomia negoziale, nell’ambito della contrattazione integrativa. Se non ci fosse stato l’intervento delle organizzazioni sindacali a tutela dei lavoratori interessati la riduzione sarebbe stata ben peggiore.”
L’andamento della retribuzione complessiva degli addetti dei comuni presi in esame è calata, nei cinque anni tra il 2010 e il 2014, del -2,48% passando da una media di 29.767 euro l’anno a una media di 29.028 euro, il tutto per un taglio in busta paga di 738,60 euro in meno. A determinare questo crollo ha inciso principalmente, secondo il report Fp Cgil, la voce ‘salario accessorio’ che, nel corso dei cinque anni, è diminuita complessivamente del 15,69%, ovvero circa 80 milioni in meno tra i 509 milioni stanziati nel 2010 e i 429 milioni del 2014. Da questa elaborazione, sottolinea Bozzanca, “escono fuori dati estremamente preoccupanti perchè al calo del potere d’acquisto corrisponde, infatti, un ulteriore calo della retribuzione”.
In tema di riduzione media del salario accessorio, tra i comuni presi in esame si passa dal caso di Torino che ha messo a segno una flessione del -1,51% (-71,49 euro) al comune di Ancona che ha segnato un -48,62% (-2.371,1 euro). Tra i comuni presi in esame vale la pena citare i casi di Roma e Firenze, di recente nelle cronache per vicende legate al tema salario accessorio, anche per via delle ispezioni decise dal Mef e dagli atti unilaterali delle rispettive amministrazioni.
I dipendenti di Roma capitale hanno subito tra il 2010 e il 2014 un calo complessivo del salario del -3,87% pari a -1.216,9 euro. Per quanto riguarda il segmento accessorio della busta paga, i capitolini hanno registrato una flessione del -13,07%, pari ciò -827,82 euro.
A Firenze invece, nello stesso periodo, si è determinato un crollo della retribuzione complessiva del -8,92%, ciò -2.714,2 euro. Sul capitolo accessorio il calo medio in busta paga è stato del -39,21% che tradotto vuol dire -2.234,3 euro in meno nelle tasche dei lavoratori. “Questi dati – commenta ancora il segretario nazionale Fp Cgil – dimostrano che le norme che hanno colpito in questi anni il pubblico impiego hanno fortemente compromesso la contrattazione integrativa degli enti”. Ma non solo, precisa, “le norme previste dall’ultima legge di Stabilità impongono ulteriori tagli al salario accessorio, con il rischio di peggiorare ulteriormente la condizione delle lavoratrici e dei lavoratori, specie a fronte del ritardo che giorno per giorno si accumula sul rinnovo di contratti atteso da oltre sei anni”.
Anche l’occupazione, per chiudere, ha totalizzato negli anni in esame un andamento negativo nei comuni. Dal report della Fp Cgil risulta infatti che la flessione complessiva di addetti, tra l’anno 2010 e l’anno 2014, A? stata del -8,52%. Una percentuale che, riferita ai 17 comuni presi in esame, si traduce in un calo di addetti di meno 8.355 unità, passati così dai 98.108 del 2010 a 89.753 del 2014.